Questa radio è stato il classico colpo di fortuna. Acquistata da un serio venditore ebay , si è rivelata un vero e proprio tesoro. Inclusa in un mobile di legno, presenta la particolarità di un frontale in rame battuto che la colloca sicuramente nell’ambito degli elementi decorativi di una casa , anziché nel mondo dell’elettronica. Anche all’interno vi è abbondanza di rame ed ottone, e la tentazione è quella di lasciarla sempre con il coperchio aperto.
Si trattava di apparecchi relativamente costosi e appartenenti alla fascia medio alta.
In breve questa è una radio a reazione (con rigenerazione), dotata di ben 5 valvole ed alimentata direttamente dalla rete a 220V.
La sintonia viene visualizzata su una scala gigante semicircolare; la radio riceve tutta la gamma MW/LW 200-2000m senza commutazione di portata mediante variando simultaneamente il condensatore rotativo e le bobine del circuito oscillante (variometro sferico).
Per ascoltare questa radio e verificarne il funzionamento , ho dovuto prendere alcune precauzioni. Dopo un attento esame visuale , ho proceduto all’alimentazione graduale tramite un trasformatore variabile , partendo da 0 volts fino ad arrivare alla tensione di targa .
Il trasformatore di alimentazione variabile è fondamentale per chi decide di dilettarsi in questo campo. Accendere di botto una radio cosi “anziana”, potrebbe danneggiarla irreparabilmente.
Ed infine il momento cruciale, dopo aver collegato un altoparlante esterno, un bel “Radiolavox” degli anni 20/30 ho dato corrente, e la “creatura” è rinata.
Lo spezzone che pubblico è brevissimo, in quanto i tempi di accensione devono essere necessariamente brevi, in attesa del restauro completo della parte relativa all’alimentazione.
E’ sempre una emozione far rivivere questi apparecchi e sento quasi un dovere rituale nel volerli mantenere in ordine per tramandarli a chi, probabilmente , non capirà neppure come si facesse a comunicare tramite scatole di legno piene di tubi di vetro e fili.
Massimo l.