Lasciamo le luci dello show business alle nostre spalle e andiamo con il vento autunnale “Oltre Confine”. Troveremo sonanze che odorano di fantasia creativa e vibrazioni positive… nettare per le orecchie.
Signore e Signori vi presento i Pavlov’s Dog, 7 musicisti americani che se vogliamo dare loro una collocazione musicale direi che hanno una spruzzata di hard-rock e progressive con delle similitudini ai primi Rush. “Prendere o lasciare” si sposa perfettamente con lo stile dei due cantanti Geddy Lee (Rush) e David Surkamp (Pavlov’s Dog).
Doveroso è un breve cenno storico della band che ha prodotto solo due album:”Pampered Menial” (1975) , qui recensito e “At The Sound Of The Bell” (1976).
I Pavlov’s Dog si sono formati a St. Louis nel 1972 ,David Surkamp alla voce e alla chitarra, il chitarrista Steve Scorfina, il tastierista David Hamilton, Mellotron e flauto Doug Rayburn, il bassista Rick Stockton, il batterista Mike Safron e lo specialista degli archi Siegfried Carver , che aggiunse violino, viola e uno strano strumento ibrido chiamato vitar (dal suono simile alla chitarra ad arco ). La combinazione di flauto, Mellotron, violino e l’eroismo della chitarra di Scorfina ha portato ad alcuni paragoni con i King Crimson dell’era di David Cross, sebbene i nostri musici avessero un suono molto più diretto e meno tortuoso.
La vita molte volte gioca con l’arte e gli artisti e la crescente popolarità nel circuito dei club del Midwest portò la band a firmare un contratto per la ABC-Dunhill Records nel 1975 (presumibilmente per un anticipo record di 650.000 dollari, anche se potrebbe essere stata una fake del periodo) per la registrazione del loro album di debutto appunto “Pampered Menial”. La storia non è chiara su cosa sia successo esattamente dopo, ma in qualche modo i Pavlov’s Dog si sono ritrovati quasi immediatamente fuori dalla ABC-Dunhill e dalla Columbia Records, con il risultato che l’album è stato pubblicato da due case discografiche contemporaneamente. La copertina è una incisione che ritrae due cani risalente all’ottocento, per il sottoscritto un capolavoro di tecnica e creatività. Nove sono i brani/tracce dell’album tutte scritte dai magnifici sette in alternanza su tutti Surkamp.
Ricordo come fosse ora la reazione che ebbi al primo ascolto della band dissi:”ma che voce ha il cantante!!!” e il primo brano “Julia” ne è la conferma.
Piccola descrizione dei brani:
1) JULIA – Il classico pane quotidiano della band e il miglior singolo. Canzone d’amore classica con la voce di David che canta “Julia, non posso vivere senza il tuo amore…” un bellissimo pianoforte e chitarra acustica con uno dei migliori assoli di flauto.
2) LATE NOVEMBER – Una canzone rock eterea, spettrale. La voce di David si libra su alcuni testi incredibili. “…Perché è bella, sì, è bella…È proprio come un fulmine…Portala a casa, tienila al caldo a fine novembre”.
3) SONG DANCE – Michael Safron ha scritto questo, ma la voce di David lo porta a un buon livello toccando le note più alte dell’album. Si apre come un inno e reindirizza in un rocker scalciante. Le chitarre, il violino e il mellotron ballano dappertutto. E David colpisce alcune delle note più alte dell’album.
4) FAST GUN: una canzone scritta da Surkamp qualcosa di western e romantico potrebbe stare bene in una serie TV.
5) NATCHEZ TRACE -Rock spettrale scritto da Scorfina ,in cui David colpisce di nuovo con note alte.
6) THEME FROM SUBWAY SUE – inizio con un assolo di chitarra rovente. Bell’effetto. Ottimi i cori.
7) EPISODE – forse la meno esaltante ma ci può stare su nove chicche.
8) PRELUDIN – l’unico brano strumentale scritto da Siegfried Carver. Un classico che ti prende per mano per condurti verso l’ultimo brano.
9) OF ONCE AND FUTURE KINGS – canzone progressiva con testi gustosi e un eccelso pianoforte. Scorfina alla voce seguito da Surkamp. Un cenno ai violini che per il sottoscritto danno quel valore aggiunto a “Pampered Menial”
Ho messo in modalità “repeat” tutte le tracce… che il viaggio continui…. “Oltre Confine” (Lone Wolf).