Ho voluto dare voce al mondo giovanile e cercare di comprendere meglio le loro passioni..
Per farlo in maniera costruttiva ho chiesto proprio aiuto, ponendo alcuni quesiti..un immenso grazie per la collaborazione….
Le nuove realtà….i giochi di ruolo
Un gioco di ruolo, abbreviato spesso in GDR o RPG (role-playing game), è un gioco dove i giocatori assumono il ruolo di uno o più personaggi e tramite la conversazione e lo scambio dialettico ,creano uno spazio immaginario, dove avvengono fatti fittizi, avventurosi, in un’ambientazione narrativa che può ispirarsi a un romanzo, a un film o a un’altra fonte creativa, storica, realistica come nella vita reale o di pura invenzione. Le regole di un gioco di ruolo
indicano come, quando e in che misura, ciascun giocatore può influenzare lo spazio immaginato.
Generalmente, nei giochi di stampo tradizionale, un giocatore detto dungeon master (o “gamemaster”, “custode”, “narratore”, ecc.) conduce la seduta di gioco,crea l’ambientazione e prepara un canovaccio della storia. Propone ai giocatori le situazioni in cui si trovano i loro personaggi, chiede loro cosa intendonofare.
I giocatori dichiarano le azioni che compiono i loro personaggi, descrivendole o recitandole. Il dungeon master decide quindi il risultato di queste azioni,in coerenza con l’ambientazione e le regole del gioco. Ogni personaggio è caratterizzato da svariate caratteristiche a seconda del tipo di gioco di ruolo (adesempio forza, destrezza, intelligenza, carisma e così via), generalmente definite tramite punteggi, che ne descrivono le capacità.
Le azioni intraprese nel gioco riescono o falliscono ,secondo un sistema di regole formali e di linee guida.
Il termine gioco di ruolo è spesso utilizzato indistintamente per descrivere quattro tipologie di giochi, che si differenziano principalmente per il mezzo utilizzato per la loro gestione:
- Giochi di ruolo da tavolo, cartaceo, o giochi di ruolo con carta e penna, attorno al quale si riunisce un gruppo di persone avvalendosi di supporti quali carta,matite, dadi ed eventualmente miniature.
- Giochi di ruolo dal vivo (a volte abbreviato con gli acronimi GRV o LARP, dall’inglese Live Action Role-playing), derivati da quelli da tavolo, hanno unapproccio più recitativo e impegnano in sessioni live (dal vivo) giocatori in costume. A differenza della versione da tavolo, i giochi di ruolo dal vivo si svolgono in ambienti ampi, appositamente preparati. Durante il gioco vengono a volte utilizzate repliche di armi e coreografie marziali, a seconda del genere.
- Giochi di ruolo online, la versione a distanza dei giochi da tavolo, dove i giocatori usano mezzi come chat e email per comunicare e costruire la storia.
- Videogiochi di ruolo (a volte abbreviato in CRPG, dall’inglese Computer Role-playing game), anch’essi derivati in origine dai giochi di ruolo da tavolo e basati su concetti abbastanza simili, giocati da uno o più giocatori, in quest’ultimo caso tipicamente connessi attraverso Internet. Dei videogiochi di ruolo fanno parte i MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game), videogiochi di ruolo online dove il personaggio creato dal giocatore interagisce con molti altri partecipanti e si sviluppa in un mondo virtuale permanente gestito su Internet.
Le domande:
Che cos’è un gioco di ruolo?
Come dice il nome stesso, è un gioco in cui ognuno svolge un ruolo. Iniziamo con identificare la presenza di due parti: i giocatori e il narratore (chiamato più comunemente game master).
Chi sono e cosa fanno?
I giocatori sono quelli che decidono di interpretare un ruolo specifico, o comunque di calarsi nei panni di un personaggio (che può essere creato da loro o tirato randomicamente, a seconda del sistema), mentre il narratore è colui che muove il mondo intorno a loro, raccontando una storia,
spesso creando direttamente l’ambientazione e ponendosi come “nemico” dei giocatori.
Spesso si tende a comparare i giochi di ruolo ai videogiochi (vedi Videogiochi di ruolo), la differenza fondamentale è che spesso e volentieri quando si decide di giocare di ruolo, lo si fa con i propri amici, ad un tavolo. Per quanto riguarda invece quelli online, spesso si finisce a giocare con sconosciuti, quindi è un modo diverso di relazionarsi rispetto a quello che possono avere un gruppo di amici al tavolo, sebbene non escluda il formarsi di nuovi legami.
Perchè giocare ad un gioco di ruolo e non ad un videogame?
Personalmente quando ho iniziato è stato per soddisfare il mio bisogno di fuga dalla realtà, oltre
che per immergermi in avventure ambientate in un universo fantasy, vista la mia passione per questo genere. La cosa bella del gioco di ruolo è che di solito i giocatori possono sentirsi protagonisti di qualcosa e cosa ancora più interessante, posso decidere di interpretare quello che vogliono, a seconda di come si sentono ispirati. Perchè limitarsi a fare un umano, quando posso scegliere un elfo, un nano o un orco, ecc?
Questi sono esempi basati sul fantasy, ma a seconda dell’ambientazione si può anche pensare ad altro, per esempio se si trattasse di fantascienza, nulla mi vieterebbe di giocarecon qualche strana razza aliena, se prevista dal regolamento.
Insomma, il gioco di ruolo aiuta a far viaggiare ed aprire la mente. Inoltre può far emergere lati di una persona che magari normalmente sono più difficili da scorgere.
Non a caso vi sono anche applicazioni in campo terapeutico del gioco di ruolo:
L’uso del “Role playing” in psicologia
Proprio con queste finalità viene usato in psicologia nella forma del “role playing” (giochi di ruolo), soprattutto nelle situazioni gruppali e lavorative.Con quest’espressione si definisce un metodo formativo che ha alla base la chiave della simulazione. Esso infatti si configura come una rappresentazione scenica che sfrutta il rapporto interpersonale che si viene a creare dalla messa in atto di un comportamento reale in una situazione immaginaria. (Capranico,
1997)L’apprendimento è perciò vicariato dalla riproduzione attiva di problemi e situazioni attraverso il “mettersi nei panni di”. Generalmente il suo utilizzo prevede che i partecipanti svolgano alternativamente il ruolo di attori e osservatori della messa in scena; questa dicotomia permette al singolo di avere stimoli educativi dettati dall’osservazione degli altri, dai commenti sul proprio operato o dall’analisi del coinvolgimento, spesso anche emotivo, della situazione
vissuta.
La protezione data dalla situazione immaginaria permette di apprendere senza essere bloccati dalle paure, acquisendo così nuove competenze.
https://www.biopills.net/giochi-di-ruolo-analisi-psicologica-della-vita-offline-online/
Il primo gioco di ruolo con cui ho iniziato la mia carriera di giocatore, è stato Dungeons&Dragons, uno dei più famosi. Un giorno con un gruppo di amici abbiamo deciso di provare a iniziare una campagna (insieme di più sessioni continuative) e da lì in poi abbiamo continuato a giocare per anni, variando il gruppo di tanto in tanto. La cosa che mi ha sempre affascinato dell’ambientazione base di D&D, era il gran numero di creature strane presenti su uno dei manuali necessario a giocare, ossia “Il libro dei mostri”, fondamentalmente era il libro dal quale il master pescava gli avversari che ci saremmo trovati a dover affrontare. La prima volta che l’ho avuto tra le mani l’ho divorato, letteralmente. Mi piacevano così tanto che ero arrivato al punto di ricordarmi il nome e
l’immagine, ascoltandone anche solo la descrizione. Ammetto che di alcuni ricordavo anche le capacità, ma non ho mai sfruttato la cosa a mio vantaggio,altrimenti sarebbe stato metagioco. (Metagioco è quando si portano in gioco conoscenze della realtà).
E qui si va a toccare l’argomento spinoso: quanto questi giochi possono alienare dalla realtà? La risposta è: tanto quanto qualsiasi cosa. Dipende da quanto è influenzabile una persona o da quanto cerca la fuga dalla realtà. Il fatto che uno per giocare si vada ad immedesimare in qualcun altro, non significa per forza che inizierà a non distinguere più la realtà dalla finzione, altrimenti io sarei dovuto andare in giro a cercare di tirare l’incantesimo “Palla di fuoco” addosso ad
un sacco di persone. Spesso leggo articoli in cui i giochi di ruolo ed i videogiochi vengono presi e demonizzati dai media, che li fanno passare per hobby malsani che portano allo sviluppo di comportamenti che possono sfociare in violenza, ecc.
Beh, come per qualsiasi cosa, ovviamente il buonsenso impone di non esagerare troppo, con nulla, ma il coinvolgimento emotivo e psicologico, dipende sempre dal singolo individuo.
S.L.