In una di questi cortipomeriggi di fine anno mi trovo sulla spiaggia di Albissola. La luce sta già calando e subito si è alzata la tramontana a spazzare la sabbia più fine verso il mare,increspato e gelido.
Mi volto verso la collina dei Bruciati ed intravvedo la villa di mia nonna ove trascorrevo la stagione balneare. Anni passati, persone e parti di me che non ci sono più. Ricordi che riaffiorano quasi che quelle raffiche spingano via un fine velo di sabbia che li ricopriva. Chiudo gli occhi ed è una giornata di agosto degli anni ’60; mio nonno in giacca di tela , dal giardino della villa mi indica una casa poco più su della nostra : “Vedi Pippo, lì dicono che sia nato Giulio II Della Rovere..” – “ e chi era ?”, faccio alzando lo sguardo verso di lui mentre il sole mi abbaglia “ è stato un grande papa, nipote di un altro pontefice,Sisto IV, che invece era nato a Celle ed aveva fatto costruire la Cappella Sistina del Vaticano .Lui invece, divenne papa a 60 anni e malgrado ciò fu tanto pieno di energie da essere soprannominato “terribile” e “guerriero” per le numerose azioni militari che intraprese per ristabilire una certa stabilità allo stato Vaticano.Morì nel 1513 .Istituì la Guardia Vaticanala cui divisa porta i colori blu e giallo della famiglia Della Rovere , come pure la piccola quercia sull’elmetto, ecominciò la ristrutturazione del complesso di San Pietro,seppure non definitivo come lo vediamo ora , fece decorare la Cappella Sistina da Michelangelo e chiamò Raffaello per le Stanze Vaticane. Insomma uno cui non mancavano le forze, come a molti liguri”…Abbassai lo sguardo da quel sole che mi accecava per riprendere il mio viaggio con una automobilina su di un muretto screpolato che il nonno riprese” Comunque era nato ai Bruciati, se non in quella casa, magari in questa che è antica, chissà…Ed invece vedi, lì in quella casa dietro il cimitero di Albissola Marina? Lì c’era un affresco di Cristoforo Colombo su di un muro che poi i bambini prendevano a pallonateed andò distrutto,e dicevano che il navigatore fosse nato lì. Ma altri dicono invece che fosse nato più verso Savona”…Il vento freddo mi sferza; chiudo ancora gli occhi e siamo in una calda giornata di estate ma invece che scendere ai Bagni Lido sono con il nonno che si asciuga il sudore in fronte, sulla strada a monte della nostra villa.Allora sterrata, oggi allargata,asfaltata e di transito necessario per la località Poggio del Sole. “ Questa strada la chiamano strada del carro, e più anticamente la chiamavano strada rumea ,perché era l’antica strada carrozzabile romana imperiale che, venendo da Albisola Capo,dove c’era la grande mansio di Alba Docilia, di cui puoi vedere le rovine vicino alla stazione ferroviaria ,e dove c’era un attracco marittimo, si portava a Grana passando il Sansobbia su chissà che ponte, per poi salire in costa fin qui e discendere a Valloria e quindi Savona.I Romani erano furbi e le strade le costruivano alte, lontane dalla palude che allora occupava la piana qui sotto, in zone non alluvionali ed al sicuro da possibili attacchi dal mare quando vi passavano con gli eserciti”. Poi mi diceva che lungo quella strada aveva trovato un cippo miliario romano. Rimpiango ancora ora di non averlo visto.Probabilmente giacerà ribaltato sotto qualche cumulo di terra. Più in basso , nel piccolo rio che arriva alle spalle di Albissola Marina, dalla parte del cimitero,ora devastato da autostrada e superstrada , ricordo ancora una vasca per la decantazione dell’argilla, di epoche antichissime in cui i figulini non la importavano ancora con grossi leudi che giungeranno poi dalla Toscana al molo di Sant’Antonio. Già, la ceramica. I ceramisti antichi come i Salomone od i Conrado ,fra i tanti che resero famoso il marchio di Albissola in tutta l’Europa, e quelli più recenti ….e poi gli artisti dei favolosi anni ’50 e ’60, quando grossi nomi della scultura vivevano o zampavano da queste parti, e vi arrivò perfino Picasso. La passeggiata degli artisti, con i suoi quattro milioni di tesserine colorate, ed i suoi ventun pannelli a mosaico mi riporta a quella Albissola che fu così ben vissuta e dipinta anche letterariamente da Milena Milani nonché ai tanti artisti della seconda generazione futurista che lì si cimentarono :Gambetta,Rossello,Fontana,Lam,Luzzati,Salino,Fabbri,Porcù,Caldanzano,Capogrossi,Sassu, Jorn.Tempi di ricchezza e felicità,di industriali che investivano in opere d’arte, tempi spensierati. Giunto al Sansobbiasento l’aria gelida che scende a folate dai boschi spogli delle forre più sperdute, dal Bricco Spaccato dove la sera del 31 ottobre ,il coraggioso che si spinga fin là, può osservare , in silenzio e senza farsi notare ,la processione delle anime dei morti;o dagli alti bricchi sopra Ellera ove Napoleone vinse la sua prima battaglia che gli aprirà le porte all’Impero e dove le streghe che vi abitavano, al suo passaggio, si trasformarono in gatte.E più in su dai boschi della Stella ,ove un tempo c’erano vigneti e vigneti e dove un giovane Sandro sognava irrequieto un mondo più giusto.Allungo lo sguardo sulla passaggiata e spero di scorgere uno dei più noti presentatori televisivi che qui era di casa nella giovinezza .Oggi non è certo qui e tanto meno con sto freddo.
Ma qualcuno più legato di me alla realtà e meno incline a sognare, vista l’ora, mi ha portato in una bella farinateria. Dal mio tavolo di legnaccio osservo la fiamma nel forno che ne lambisce la volta con lingue simili ad anime purganti ed il fumo che si precipita nella cappa del suo camino (in cui mi sembra di sentire il fischio tormentoso della tramontana), per poi disperdersi nella fredda caligine sul mare,portando forse antiche vestigia culinarie in quel di Corsica.
Aspetto con ansia la mia farinata bianca e gialla, di grano e di ceci, con la quale comunicarmi al grande spirito della Liguria assieme ad un bicchiere di Nostralino di Stella.
G.R