Oggi parliamo di un argomento sempre legato all’elettronica ma non inerente le radio in modo diretto:
il contatore geiger.
La scoperta dei raggi X avvenne da parte di Wilhelm Conrad Röntgen nel 1895. Nel 1896 Antoine Henri Becquerel, durante uno studio sulle relazioni intercorrenti tra fosforescenza e Raggi X, scoprì la radioattività naturale dell’uranio. Nel 1898 Marie Curie e suo marito Pierre Curie scoprirono gli elementi radioattivi polonio e radio.
Queste scoperte stimolarono indirizzarono la curiosità scientifica verso la ricerca della presenza in natura di altri elementi che presentassero le stesse proprietà dell’uranio cercando anche di determinare la natura delle emissione prodotte da questi materiali.
Fu Marie Curie che iniziò a misurare la radiazione dell’uranio mediante la piezoelettricità, scoperta dal marito Pierre in collaborazione con il fratello Jacques, facendo ionizzare l’aria tra due elettrodi e provocando il passaggio di una piccola corrente di cui misurava l’intensità in rapporto alla pressione su un cristallo necessaria a produrre un’altra corrente tale da bilanciare la prima.
Da questi studi iniziali, vi furono miglioramenti e perfezionamenti fino ad arrivare alle strumentazioni attuali. Il componente fondamentale per questa gamma di strumenti è il Geiger-Müller .
Il tubo Geiger-Müller è un contenitore metallico a forma di tubo che contiene un gas a bassa pressione, per esempio una miscela di argon e vapore di alcool. Lungo l’asse del sottile tubo metallico è teso un filo metallico isolato dal tubo stesso. Tra il filo e il tubo si stabilisce una differenza di potenziale tra 400 e 1 000 V, secondo i modelli, attraverso una resistenza elettrica, solitamente di valore fra i 5 e i 10 Megaohm. Attraverso il metallo non riescono a passare i raggi alfa, perciò le sonde sensibili a essi hanno una finestra di sottile mica.
Quando una radiazione attraversa il tubo e colpisce una molecola del gas, la ionizza creando una coppia ione-elettrone; da questo evento verrà generato anche un impulso elettrico.
Che segnalerà l’avvenuto contatto con una radiazione ionizzante e sarà contato da un circuito elettronico, generando per ogni impulso i “click” che si sentono nell’altoparlante. A seconda del numero di conteggi fatti in un’unità di tempo si capirà la quantità complessiva della radiazione e la relativa pericolosità.
A tutt’oggi si possono tranquillamente acquistare sul mercato dell’usato , efficienti contatori geiger spesso surplus dei vari eserciti europei. I modelli più sensibili possono misurare la radiazione naturale di fondo e rilevare quindi un aumento anomalo della radioattività nell’aria.
Alla fine vi dico il perchè di questa digressione dall’argomento “radio”: in molti apparecchi radio “vintage” sono presenti valvole che hanno al loro interno materiali lievemente radioattivi come quelle a “catodo freddo” es. il modello GR17 ( utilizzato in apparti militari ) o alcune valvole utilizzate nel decennio tra il 1950 e il 1960 trattate con cobalto 60 . Si tratta sempre di radiazioni confinate al 99% all’interno degli involucri e quindi innocue ma, come in tutte le cose, l’importante è esserne informati.
ml