Tutti quelli che sono nati intorno agli anni 60’ non possono non avere impressi nella memoria i suoni e le immagini della tipica domenica a passeggio. Chi non si ricorda le voci degli speakers radiofonici sportivi gracchiare dagli altoparlantini della radio a transistor? Non c’era internet, ne tantomeno i cellulari con relativi contenuti in streaming ma c’era quel giocattolino rumoroso frutto del progresso, (iniziato negli anni Cinquanta), generato da quel magico componente denominato “transistor”.
Questo componente elettronico per i profani un po’ “magico” rivoluzionò l’apparecchio radio, che fino ad allora era un mobile spesso ingombrante equipaggiato con valvole termoioniche; caldo come una stufetta, con tempi lunghi di accensione e una grande fame di corrente elettrica.
Questa tecnologia segnò il passo a tutta una serie successiva di migliorie tecnologiche che aprirono la strada ad una serie di dispositivi mobili che sarebbero venuti anni dopo, dal walkman all’iPod fino agli attuali smartphone.
Il primo modello di radio a transistor si chiamava Regency Tr-1, epesava quasi tre etti e mezzo. Il funzionamento era a pile e costava circa 50 dollari: fu annunciato il 18 ottobre del 1954 dalla società americana Texas Instruments.
La prima “radiolina” a transistor venne lanciata in occasione dell’inizio dello shopping natalizio, Il lancio fu sullo stile degli attuali cellulari di grido. La custodia in pelle, i colori vivaci e le finiture cromate degli altoparlanti la rendevano un vero e proprio gioiellino. Il prezzo era notevole per l’epoca, ma non frenò il clamoroso successo della radio: in pochi giorni le scorte di Tr-1 finirono e l’azienda dovette intensificare la produzione per sopperire la richiesta.
Subito dopo la Regency, venne commercializzata anche una radio a transistor europea: la Pam-710 dell’inglese Pye.
L’idea di rendere la radio trasportabile con facilità , nacque prima della Seconda Guerra Mondiale ma i problemi relativi al peso e all’ingombro furono risolti solo con l’uso del transistor.
Il nome, abbreviazione di TRANSconductance varISTOR, fu coniato dall’ ing. William Shockley dei Bell Labs, i laboratori dove furono condotte le ricerche sui semiconduttori.
William Shockley, John Bardeen e Walter Brattain studiando le caratteristiche del silicio scoprirono l’esistenza di due diversi tipi di semiconduttore. Ciò aprì la strada alla nascita del transistor che nacque ufficialmente nel 1947 e valse il Nobel per la Fisica ai tre ricercatori.
Le prime applicazioni furono inevitabilmente in campo militare ma le potenzialità di apparecchi più piccoli, portatili che consumavano meno energia e più durevoli furono estese all’elettronica al consumo. La Regency TR-1 non restò a lungo sola sul mercato. Alla fine del 1955, nel primo anno di vita della radio a transistor, i modelli disponibili sul mercato americano erano già una mezza dozzina. Tuttavia la TR-1 restò per lungo tempo l’unica radio da taschino tanto da essere ridicolizzata e additata come apparecchio “poco affidabile” (dalla concorrenza naturalmente)
E’ in quel frangente che la Sony iniziò ad operare su larga scala, la stessa azienda 25 anni dopo lanciò il rivoluzionario walkman che esplose negli anni Ottanta. Con l’inizio della produzione su larga scala dei giapponesi, la radiolina diventò sempre più piccola, leggera e accessibile a tutti. Da li il mercato sarebbe stato invaso da ogni tipo di device: tv a colori, impianti hi-fi, registratori a cassette, orologi al quarzo, calcolatori.
Il mondo tecnologico che seguì questa epopea elettronica lo conosciamo tutti. Dalla “radiolina” e dal suo concetto di mobilità derivarono gli iPod, i tablet e gli smartphone.
Questi ultimi tutti dispositivi da usare in mobilità , ma la “radiolina” aveva una cosa in più rispetto ai suoi derivati iperdigitali, quello che usciva dall’altoparlante non poteva essere bloccato, hackerato, o limitato nei contenuti, per dirlo con altre parole la voce della radio era (come sempre) molto più libera.