Staticità, omologazione, banalità e specialmente il “dozzinale” non appartengono a Musica Oltre Confine… La musica, quando è regina della sua anima, ci fa sentire vivi ,rallegrando il nostro quotidiano e spesso fa dimenticare momenti negativi.
Oggi vi presento Southside Johnny con uno dei suoi capolavori “Hearts Of Stones” ,cofirmato con la band Asbury Jukes. Ma partiamo con ordine.
John Lyon (Southside Johnny) nasce a Neptune, New Jersey, il 4 dicembre 1948 e cresce nella vicina Ocean Gove.
I genitori sono appassionati di musica con una predilezione per il jazz. I suoni di Louis Armstrong, Billie Holiday, Count Basie e Duke Ellington riempiono la casa.
Lyon sviluppa una predilezione per il blues più duro e l’R&B ,ascoltando la radio. Prende” in prestito” da suo fratello un’armonica ed impara a suonarla. Affina le sue abilità con l’armonica blues e impara i testi di alcune delle sue canzoni preferite. A 16 anni, Sonny Kenn, leader di una popolare band di Asbury Park ,chiamata Sonny and the Starfires, gli chiede di unirsi a un nuovo gruppo orientato al blues da lui formato, facendo guadagnare a Lyon il suo primo ingaggio retribuito.
Upstage Club è in nome di un locale di Asbury Park, non si somministra alcol, ma consente ai musicisti locali di suonare musica originale e spesso hanno luogo jam session aperte e Lyon spera di salire sul palco per qualche pezzo. La sua prima band si forma nel 1971, Sundance Blues Band, che comprende Lyon alla voce solista e armonica, e altre future star come Steven Van Zandt, Vini Lopez, David Sancious e un promettente chitarrista di nome Bruce Springsteen.
Lyon inizia a usare il nome d’arte Southside Johnny, un soprannome datogli per il suo amore per il blues di Chicago e per la vasta collezione di rari pezzi blues e R&B che possiede insieme a Tallent. La Sundance Blues Band e le sue diramazioni diventano attrazioni frequenti all’Upstage.
Succedono molte cose in quegli anni e la band si scioglie. Springsteen forma una sua band hard rock… il resto è storia.
Vorrei sottolineare una cosa molto importante che forse non tutti conoscono
Bruce Springsteen è stato l’uomo che ha portato il sound della scena musicale di Jersey Shore nel mondo, ma è stato Southside Johnny il primo punto focale della scena ,che ha prodotto molte delle figure principali della comunità rock & roll del Garden State. Lyon è un potente cantante, il cui stile è intriso di blues vintage, R&B e soul, leader e frontman del gruppo Asbury Jukes, il cui sound da bar band duro ,ha sposato l’impatto dell’hard rock con lo swing , alimentato dagli ottoni del blues e del deep soul.
Sebbene la composizione del gruppo abbia subito decine di cambiamenti dalla metà degli anni ’70, con Southside al microfono , il loro sound è rimasto notevolmente coerente dai loro lavori degli anni ’70 come “I Don’t Want to Go Home” del 1976 a “Hearts of Stone” del 1978 che oggi viene proposto da MOC. Nel cd/lp ci sono nove tracce/brani per un totale di 35 minuti circa, breve ma potente.
Grande prova di maturità è “HOS” ,dove Southside scarta la comicità dei suoi primi due dischi e mette la sua anima, mentre la robusta batteria del potente Max Weinberg (in prestito dalla E Street Band) aggiunge linfa a questo album.
“Hearts Of Stone” spesso paragonato a “Exile On Main Street” degli Stones, ha le sue radici saldamente ancorate al rock’n’roll. Le trombe aiutano ad accelerare la musica ,anziché farla brillare o funzionare ,come una carta vincente della Tower of Power. La produzione affidata a Van Zandt (Little Steven) Il disco è concentrato sulla voce di Johnny… forse mai così ad alti livelli. Lascio a voi scoprire le nove tracce del cd/lp e vi assicuro ,che sono perle preziose. Van Zandt firma quasi tutte le canzoni, Springsteen ci mette lo zampino con la omonima canzone che dà il titolo all’album ed alcune canzoni sono firmate a tre (Van Zandt/Springsteen/Lyon)… Il vinile è introvabile ( spero in una ristampa), mentre si può recuperare il cd … Qualunque sia il supporto, “Hearts Of Stone” ha cinque stelle nell’universo sonoro. Aggiungo …peccato che la casa discografica non abbia promosso bene l’album… Lyon merita di essere conosciuto assolutamente!
Dimenticavo vi consiglio “Better Days” del 1991 altra perla preziosa.
Buon ascolto da Lupo Solitario.