Già… la paura della tecnologia non riguarda solo i timori nei confronti di una intelligenza artificiale ogni giorno più potente; la paura della tecnologia ha radici lontane, e nemmeno la radio ne fu immune.
Con l’inizio delle trasmissioni su larga scala ci fu qualcuno che si pose il problema del fatto che la radio potesse “ipnotizzare gli ascoltatori” inducendo una forma di sottomissione o plagio su migliaia di persone semplicemente comunicando i “comandi” tramite onde radio.
Da un articolo comparso su “Wireless Review” del 1924:
Traduzione:
“Ipnotismo tramite Wireless”:
Sono stati fatti esperimenti su pazienti ospedalieri e altri per scoprire se l’effetto dell’ipnotismo, il magnetismo personale, possa essere trasmesso tramite wireless.
Sembra che una volta che una persona sia diventata soggetta a l’influenza di un particolare ipnotizzatore, il trance ipnotico o altri effetti possano essere indotti in una successiva
occasione senza la presenza personale dell’ipnotizzatore. Una nota scritta, parole pronunciate nel corso di una telefonata o anche un messaggio verbale inviato dall’ipnotizzatore
e ripetuto da una terza persona al paziente, potrebbe essere sufficiente per ripristinare il controllo. È naturale, quindi, che quelle parole pronunciate via wireless e ascoltate dal
paziente su un set ricevente dovrebbero avere lo stesso effetto. Ma gli esperti affermano che non esiste il pericolo di un “incantesimo” lanciato sugli ascoltatori generali ;
nessuno ne sarebbe influenzato se non la persona o persone a cui era destinato il messaggio.
Questi articoli erano presi molto seriamente , anche perchè queste riviste divulgative si muovevano al fianco sicuramente della scienza ufficiale.
E’ sufficiente vedere il nomeevidenziato di uno dei consultenti scientifici sotto elencati.
Chissà cosa avrebbe scritto questo giornalista vedendo gli smartphones ed i social.
ml