Vi riporto indietro nel tempo proponendovi uno dei primi articoli di MUSICA OLTRE CONFINE….
“Forse la polvere ricoprirà questi suoni ma non il cuore e l’anima di coloro che hanno dato voce a se stessi”.
Inizia oggi una nuova avventura nel nome della musica , forse quella che non ha brillato nello showbusiness edulcorato di lustrini/luci/effetti speciali e Top List.
Potrebbe essere più facile e meno arduo scrivere sui nomi blasonati del rock ,ma rovistando tra vecchi scaffali, armadi e borse che profumano di polvere si possono far risplendere piccole perle preziose, che sono sfuggite a molti. Con nostalgia si ritorna al passato non tanto lontano, in cui si passavano pomeriggi, il sabato specialmente, nei vari negozi di dischi delle nostre ancora vivibili città. Non si acquistavano né tanto meno si scaricava la musica dalla rete ed il tutto aveva il suo fascino. L’ambiente era sereno e si \potevano fare incontri meravigliosi fra i vari “Indiana Jones” della musica. Nascevano rapporti di amicizia, ci si confrontava e soprattutto si parlava.
Questa pagina non ha elevate ambizioni ma solo essere un soffio di vento “Oltre Confine”.
Primo album proposto è:”Da Capo” (1966) dei Love di Arthur Lee.
Esistono molte ristampe, consiglio il CD del 2002 della casa discografica Elektra.
Breve cenno storico: Arthur Lee è il fondatore dei Love, personaggio carismatico con un’anima turbolenta che lo vide passare molti anni in carcere per varie storie fumose fra possesso di armi improprie e detenzione di droghe, il tutto nel momento migliore della creatività sonora dei Love. I primi tre album sono imperdibili: Love (1966), Da Capo (1966) e Forever Changes (1967).
Ho messo nel lettore il CD “Da Capo” le note arrivano con “Stephanie Knows Who”… un jazz maniacale ,che porta la band sopra il pentagramma.
Nel vinile i brani sono sette, nel CD le tracce sono quindici: sette in mono mix, le stesse in stereo mix più una bonus track “Seven & Seven is”.
“Seven & Seven is” pura atomica post-punk, unico singolo di successo. A mio modesto parere il brano “She Comes in Colors” incantevole con un flauto traverso da brividi è una delle migliori composizioni di Lee. Si narra che fu di ispirazione ai Rolling Stones per “She’s a Rainbow”. Per il sottoscritto direi di “yes”.
Tutte le sette tracce sono molto fresche e spaziano dal garage/post-punk/jazz/psichedelia. I 19 minuti di “Revolution” sono pura jam acida.
I Love hanno vita breve .Nel 1968 Arthur Lee non mantiene una formazione costante e si affida a session man , perdendo valore sonoro e compositivo a cui si aggiungono i problemi citati sopra. Nel 12 dicembre 2001 esce dal carcere e nel 2002 una reincarnazione dei Love ricalca le scene suonando tutto “Forever Changes”. Nel 2004 viene proclamato “Living Legend”…
Nel 2006 gli viene diagnosticata una leucemia due anni dopo il 3 agosto muore a Memphis presso TN’S Methodist University Hospital.
La sua voce continua a soffiare oltre confine.
(Lone Wolf)