Ho assistito alla presentazione dell’autore Ferdinando Molteni del libro “L’Anello di Bindi” e uscita , ne ho acquistato una copia.
Non conoscevo il maniera approfondita la vita di questo noto cantautore, appartenente alla scuola genovese ,di cui hanno fatto parte tra i tanti De Andrè , Paoli, Lauzi .
E’ una storia tristissima, in cui il protagonista dalla notorietà passa al dimenticatoio.. causa i suoi gusti sessuali.
Siamo nel 1961 al festival di Sanremo. Bindi si presenta sul palco elegantissimo e canta una bella canzone dal titolo “Non mi dire chi sei”, ma porta all’anulare della mano destra un anello d’oro con un luccicante solitario….
Da quel momento viene inserita un’etichetta e al cantante sono chiuse tutte le porte. E’ omosessuale, un diverso, un indegno…
Il libro poi prosegue menzionando canzoni ed interpreti , che negli anni hanno trattato il tema dell’omosessualità in maniera più o meno velata .Questa parte è altrettanto interessante, perché nella maggior parte dei casi, al primo ascolto, non lo avrei mai sospettato. Ho quindi “risentito” alcuni di questi pezzi, tipo “Andrea” di De Andrè oppure “Pierre” dei Pooh, per riscontrare quanto segnalato dall’autore.
Dal 61 ad oggi abbiamo fatto passi da gigante sul tema, alcuni artisti hanno dichiarato la loro inclinazione sessuale , ma la strada è ancora lunga…
Se prendiamo l’ultima edizione di Sanremo, l’anello di Bindi appartiene alla fantascienza!
Consiglio la lettura ..fa’ riflettere.
A.L.