Musica oltre confine

CALVIN RUSSELL ..protagonista di Musica oltre Confine

Vento d’autunno accarezzi la terra arsa di “Musica Oltre Confine”, alzando verso il cielo sonorità preziose e sconosciute ,donando ai “Loner” quel pezzo di paradiso ,che si meritano.

Calvin Russell è per antonomasia il classico loner texano, dal volto segnato dal vento, dal sole, dalla polvere e da una vita vissuta sulla propria pelle nel bene e nel male ,sempre se un male esista. Nella notte di Halloween (1 novembre) del 1948 ad Austin (Texas) nasce Calvin Russell Kosler, forse un messaggio da lassù ,per segnare il suo cammino burrascoso su questo pianeta. Il quarto di nove figli. Il padre faceva il cuoco e la madre serviva ai tavoli in un cafè di Austin. Vivevano in quella casetta, uguale a tante altre, al di là del Ponte ed oltre non potevano permettersi. Compito di Calvin era sorvegliare i “piccoli” pochi i dollari e neanche molta musica, solo una radio,ma c’era la chitarra del fidanzato di una delle sorelle. All’età di quindici anni Calvin se ne va… direzione San Francisco… nulla sapeva fare! Ricordiamo che in quegli anni del dopoguerra, si cresceva in fretta. Dopo un po’ ritorna ad Austin …l’unica cosa che sa fare è strimpellare la chitarra, siamo in pieno periodo beat , entra in un gruppo i “Cavemen”, facendo qualche serata nelle birrerie di Austin ,andando anche a Dallas ma nulla di più.

Inizia la vita di strada trafficando prima in cocaina, poi in LSD che andava per la maggiore, ma in entrambi i casi viene preso e finisce in carcere.. Va in Messico, ma le cose non vanno meglio…. Un po’ sfortunato ed un po’ ingenuo, i suoi precedenti non lo aiutano.  Indubbiamente la sua faccia non piaceva ai poliziotti del Texas, il suo volto bruciato, solcato da mille rughe, da decine di cicatrici,così come non piacevano quei suoi due occhi verdi, bellissimi, assolutamente fuori contesto,provocatori e penetranti… ma prorio in carcere inizia la leggenda. Divide la cella con un tipo che si fa chiamare “ShotGun”. Non è un assassino, anche lui è detenuto per piccoli reati. Non si sa come, non si sa perché, fatto sta che “ShotGun” conosceva Townes Van Zandt. un altro musicista, che non aveva avuto la vita facile, anche se figlio di petrolieri e aveva lui stesso scelto di vivere ai margini. Cantava nell’altra Nashville, quella lontana dai luccichii e dalle paillettes,scegliendo di mettere in musica non la rabbia ,ma l‘ansia e la malinconia di una generazione stanca di rodei a stelle e strisce.  “Shot Gun” gli dice di provare anche lui magari scrivendo della vita dietro le sbarre… A circa 40 anni  Cavin esce dal carcere e non crede che la musica sarà il suo futuro, ma non avendo nulla di meglio da fare, registra 22 pezzi con musicisti occasionali. Viene a sapere che in città c’è Charlie Sexton, talentuoso musicista (dal 1999 al 2002 con Dylan), e chiede agli organizzatori di poter suonare in quell’occasione

Calvin vorrebbe parlare e scambiare quattro chiacchiere con Sexton ,ma ci non avviene. Però succede che ,a quell’evento, c’è un certo Patrick Mathé, il fondatore e proprietario  della New Rose, casa discografica francese, che sta stampando e distribuendo nel vecchio continente il rock d’autore americano. Mathé ascolta il suo breve set dal palco e sembra interessato. Calvin non ci pensa due volte: prende dalla tasca del giubbotto jeans la cassetta e gliela affida. Fine della leggenda… se di leggenda si tratti… qui inizia la storia: esce l’album “Crack in Time” prima in Europa poi in America, Calvin ha 42 anni. L’album che oggi vi presento è, appunto, “Crack in Time”.  Ci sono dodici canzoni molto ispirate, povere ed essenziali tipiche dei suoi consanguinei Joe Ely, Terry Allen e Town Van Zandt. Non voglio seguire la scaletta dettagliata della side A e B preferendo un abbinamento musica/testo.

C’è una certa poesia amara, breve e illuminante del concetto di vittorie e sconfitte “Behind the 8 Ball” e “Little Stars”. I testi hanno sempre un po’ di problematiche a seconda della traduzione, ma la musica non ha bisogno di traduzioni e dizionari: “Crack in Time”che da titolo all’album e “Nothing” sono ballate asciutte introdotte e solcate da filamenti di sax intensi e profondi. “North Austin Slim”, “Living at the End of a Gun” (con una controvoce femminile da brividi) e “I Should Have Been Home” sono elettriche al punto giusto, pulsanti con la chitarra di Gary Craft libera di graffiare, e “Moments” struttura elementare della canzone tradizionale, con violino e pedal steel.

Per il sottoscritto il pezzo migliore è “My Way” grandissima ballatona,…Calvin è intenso e profondo ,forse crudo ,ma ci sta e quel sax ti trafigge il cuore.

“Crack in Time” se avesse avuto qualche mezzo in più a sua disposizione di quelli che poté offrire l’esilio beneamato della New Rose troverebbe ben maggiore risposta oltre a quella dei “desperados” cui serve una frontiera per fuggire ogni notte. “Meglio liberi a Parigi che in galera nel Texas” frase del nostro beniamino, quindi  l’alternativa è vivere per il gusto di vivere, guardando distaccato le nevrosi americane, l’FBI, Austin e tutte le altre piccole e medie cose del mondo che ti si srotolano davanti.

Calvin Russell  pubblicherà 14 album in ventun anni con furia, forza e caparbietà… con alti e bassi a livello di qualità. Certamente non ha la forza e la creatività di J.J. Cale (per i non conoscitori colui che scrisse “Cocaine” resa famosa da Eric Clapton) ma come a me piace dire: “ad ognuno il suo”.

Vive per un po’ di tempo sia in Francia che in Svizzera poi decide di tornare in Texas… con un buon contratto discografico.

Nel 2011, più precisamente domenica 3 aprile, Calvin muore dopo una lunga malattia (tumore al fegato). La sua musica sarà sempre un inno per i “Loner”.

L’album è stato stampato in CD con l’aggiunta di due pezzi. Non lasciatevelo scappare. 

“Che il vento sia vostro compagno di viaggio” (Lone Wolf)

 

 

 

 

Liguria Dinamic

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