Quando le prime radio arrivarono sul mercato di consumo, si trattò all’inizio di apparati veramente complessi e di difficile utilizzo.Nonostante questo , specialmente nei paesi anglosassoni ,la regina incontrastata e “detentrice del potere radiofonico” divenne subito la donna. Questo in effetti strideva molto con la mentalità corrente dell’epoca, che vedeva l’uomo addetto ai “marchingegni” e le signore ai fornelli, ma qualcosa in quell’apparecchio in realtà era affine al genere femminile, vuoi la maggior grazia nel manovrare con l’adeguata precisione i molteplici comandi, vuoi la maggior pazienza.
In fondo, già uno dei primi ruoli a contatto con la tecnologia, la centralinista, venne svolto quasi esclusivamente da signore e signorine per nulla a disagio con le ultime tecnologie.
Non era un luogo comune o un ruolo “consolatorio”, quello di sintonizzare la radio di casa, era un compito importante in quanto unico mezzo di comunicazione tecnologico e , vista la tipologia e “suscettibilità” delle prime radio a reazione (per non parlare delle primitive radio a cristallo), la perizia necessaria per svolgerlo era veramente tanta.
Proprio per questo motivo, le donne furono sempre al centro sia delle campagne pubblicitarie (nei paesi dove il marketing era già avanzato) che del mondo del lavoro che ruotava intorno alle radioemissioni ed il marketing relativo.
Riguardando queste immagini e rapportandole alle immagini femminili diffuse dai media odierni, le riflessioni che passano per la mente sono molte.
forse anche in quello, la radio era portatrice di libertà.
ml