Genova e gli scorci di storia
La Superba ha sempre un certo fascino, le sue contraddizioni, l’essere caotica e nello stesso tempo piena di sorprese..
Ho vissuto a Genova tutta una vita, ma mi rendo conto che ci sono ancora tanti luoghi mai esplorati, pezzi di storia , racchiusi tra le case e il cemento…
Durante le mie visite settimanali, ospite da amici, che risiedono in via Romana di Quarto, mi capita spesso di passeggiare e durante questi momenti ho scoperto delle realtà, non conosciute.
Proprio sotto la trafficata corso Europa, costruita negli anni 60, esistono ancora tracce di un antico passato medievale. Parliamo dei resti de “Ospitale di San Giacomo”, sito proprio in via Romana di Quarto. A prima vista sembrerebbe un edificio fatiscente, in cui ultimamente hanno fatto dei lavori interni , che ,a giudicare dai panni stesi alle finestre, hanno reso abitabile l’edificio.
In realtà, se guardi attentamente, affiorano sbiaditissimi affreschi.
Parliamo di un edificio trecentesco e se alzi lo sguardo trovi ancora quello che rimane di una torre/campanile e un tempo doveva esserci in facciata anche l’immagine di un soldato a cavallo , San Giacomo.. personalmente ho guardato ,ma non sono riuscita a trovarla!
Ci sono ancora invece visibili stemmi scoloriti o mezzi coperti da cemento, decorazioni e merlature, che segnalano l’antichità dell’edificio. Sono incuriosita e cerco notizie.
“L’ospitale dipendeva dalla vicina chiesa di San Giovanni Battista di Quarto e fungeva da ricovero per i pellegrini in viaggio verso Roma. L’originaria scarna cappella fu presto dotata di relativo campanile. A fine ‘700, in seguito alla promulgazione delle leggi napoleoniche che stabilivano la soppressione degli ordini religiosi, la struttura cessò la sua primitiva funzione. L’ospitale venne dismesso, sconsacrato e adibito a stalla.
Solo in un secondo tempo i suoi locali vennero trasformati in abitazioni ad uso privato e addirittura, nella seconda metà dell’800, adattati come sede di un pastificio e infine a’officina”
Mi sorge spontanea una domanda..come è stato possibile che un edificio con tanta storia sia stato abbandonato ad un destino così infausto…Le belle arti, che spesso non permettono neanche la scelta dei colori e dei materiali ai proprietari di case , site nei centri storici, , non erano a conoscenza di questo luogo?
Se prosegui la strada del quartiere , che è caratterizzato da case basse, a ricordare un borgo di pescatori, raggiungi il Pontevecchio, un altro pezzo di storia: era il passaggio obbligato sul torrente Sturla, per raggiungere Genova. E’ un ponte a due arcate, che nella forma attuale risalirebbe al Seicento e ci si accede da via Delle Casette. Il nome della via la caratterizza: salvo il primo tratto adiacente al torrente, la strada sale tra due file di casette, riordinate di recente, per immettersi poi in via Bainsizza e via Isonzo.
Proprio vicino al ponte c’è un graziosa cappella volitiva molto curata e nel muro del palazzo vicino è stata apposta una targa , che racconta un po’ di notizie e le fasi dell’avvenuto ripristino dell’area.
Mi guardo intorno e mi stupisco di tanta storia in mezzo al cemento ..anche alcuni germani reali si godono il posto , nuotando nella pozza d’acqua ancora presente sotto il ponte..non solo loro… anche gli aironi cenerini, che hanno trovato qui il loro Habitat.. In primavera nidificano sugli alberi adiacenti alla strada carrabile, alberi facenti parti del parco , dell’ex manicomio di Quarto, un’enorme polmone verde completamente lasciato a se stesso…
Altra domanda…ma queste aree, non potrebbero essere ripristinate in modo che gli abitanti del quartiere possano usufruirne ?…
In questa zona, un po’ dimenticata, le attività commerciali scarseggiano…trovi dei restauratori, un ‘officina di moto “Galli,” un bar ristorante “Ostras”, con simpaticissima gestrice, ma non c’è un negozio di generi alimentari….
Eppure siamo quasi a Sturla, un passo dal mare…..
Cammino tra le case e torno indietro nel tempo..avrei voluto vedere l’ospitale nella sua bellezza..avrei voluto poter entrare e vedere come erano alloggiati i pellegrini…
Forse se questo luogo fosse trasferito in un altro contesto, sarebbe stato valorizzato , come merita…
Sono distratta nel mio pensare dal verso di un cenerino, che volteggia sulla mia testa….
Ha trovato il suo appiglio… io rientro, dando un ultimo sguardo alla facciata dell’ospitale, nella speranza di scorgere qualche affresco, che non sono riuscita a fotografare…
Genova è anche questo…uno scorcio di Storia!
A.L.