A costo di sembrare monotono mi ostino a ripetere a tutti che eliminare la radio dalla nostra vita può essere pericoloso per la nostra libertà.
Quello che sta accadendo in Birmania, dove un colpo di stato di militari, ha soppresso le libertà fondamentali della popolazione ed imprigionato il legittimo vincitore delle elezioni, dovrebbe aiutarci a capire questo semplice concetto: internet ed i social non sono la libertà ma solo un sofisticato sistema di controllo che a piacimento può essere spento e controllato.
A farne le spese i giovani delle ultime generazioni che in Birmania cercando di organizzare una resistenza al nuovo regime, si sono coordinati sui vari gruppi social, fornendo inconsapevolmente la loro posizione e chiarendo le loro intenzioni.
Molti sono stati imprigionati o purtroppo uccisi.
Questo non sarebbe successo se le comunicazioni fossero avvenute via radio magari con un banale sistema di criptatura.
Bisogna riflettere e ragionare sul fatto che tutte le strutture logistiche che si attivano in caso di catastrofi o altri eventi drammatici , sono ancora basate su sistemi radio, in quanto tutte le strutture basate sulla rete digitale o telefonica, sono le prime a cadere mentre la rete satellitare, oltre ad essere hackerabile può non raggiungere le località interessate nel giusto momento.
In passato molte radio hanno “combattuto” fino all’ultimo istante contro gli invasori ; come Radio Londra che coordinò la resistenza contro i nazisti in Europa. o Radio Praga che durante l’invasione sovietica della Cecoslovacchia continuò a trasmettere fino a che i soldati non entrarono nello studio staccando gli impianti : Il messaggio : “Aiuto ci stanno invadendo” fu il drammatico appello lanciato dalla radio di Praga mentre il mondo ascoltava in silenzio…e fu l’ultimo dalla sede ufficiale, salvo continuare a trasmettere da varie posizioni clandestine.
Perché la radio non ha bisogno di reti e neppure di una sede. La sua voce è quella della libertà
ml
