09 febbraio 2021
L’Ungheria silenzia l’ultima radio libera
Klubradio spenta dal 15 febbraio: tolta l’autorizzazione alla messa in onda
Il titolo di questa piccola rubrica: “Radio onde di libertà”, sembra risuonare in modo sinistro nei titoli del 9 febbraio dove si legge che , Klubradio, l’ultima radio libera dell’Ungheria, sarà stata costretta con un pretesto , a cessare le trasmissioni definitivamente dalla mezzanotte di domenica 14 febbraio da quando non avrà più la licenza per andare in onda. La Corte di giustizia di Budapest ha infatti respinto il ricorso dell’emittente contro la decisione dell’Autorità sui media (Nmhh) di toglierle l’autorizzazione a trasmettere.
La sua voce, ovviamente l’unica critica nei confronti del governo di Viktor Orban, era già stata ridotta al silenzio qualche mese fa.
Secondo fonti governative Klubradio non aveva, infatti, notificato in tempo alle autorità governative quanta musica ungherese fosse stata messa in onda nei suoi programmi. Notifica che è obbligatoria per tutte le stazioni
Klubradio una voce scomoda: all’emittente erano state via via sottratte frequenza e attualmente poteva trasmettere solo a Budapest, un soffocamento in piena regola, ulteriore conferma che l’unica voce in grado di superare le barriere della politica e degli stati, rimane da un secolo , quella delle onde corte.
Tutte le altre voci, o in alta frequenza (FM) dalla scarsa portata,o in streaming digitale, possono essere spezzate in meno di un secondo da chi detiene le leve del potere.
Questa non vuole in alcun modo essere una valutazione politica, partendo dal presupposto che al di là delle ideologie, le voci della radiodiffusione, dell’arte, della stampa e della musica dovrebbero godere, in un mondo ideale, di una sorta di “schermo protettivo”. La condanna quindi non è verso il governo Ungherese, ma verso un gesto censorio e soffocante di chiusura.
Una fonte di energia, il giusto trasmettitore e l’antenna idonea, rendono un apparato in onde corte ancora un mezzo ideale per diffondere un messaggio senza censure . A fermare le trasmissioni radio, ci provarono i russi durante la guerra fredda e ci provarono i cinesi, tutt’oggi la Korea del nord genera disturbi radio ( “jamming” ) per fermare le comunicazioni della Korea del sud e viceversa: ma nessuno ci è mai riuscito completamente.
Il vero problema di una voce libera che possa diffondere le notizie non è la trasmissione , ma il fatto che ci sia ancora qualcuno in grado di riceverla; dopo anni di soppressione di queste “antiche” tecnologie, soffocate da montagne di sofisticati quanto censurabili apparati basati sul web, ormai ben pochi conoscono o sanno destreggiarsi con le onde corte, nonostante quasi in ogni casa ci sia ancora un apparecchio in grado di riceverle.
Intere aree europee sono prive di voce via etere in nome di una fantomatica lotta alle emissioni, mentre in altre aree del mondo , governi e gruppi di dissidenza comprendendone la potenza, ne fanno ancora larghissimo uso per la diffusione di notizie e cultura.
Un esempio per tutti la Cina.
Ml