In tempi in cui i display LCD gli schermi piatti e tutte le forme di visualizzazione che noi tutti utilizziamo erano ancora ben la da venire, era necessario trovare un modo per visualizzare l’entità di un segnale elettrico o radiofonico, o di quantificare la profondità di registrazione di un supporto.
La soluzione trovata fu l’ occhio magico (magic eye) : una speciale valvola termoionica che tramite l’illuminazione progressiva di un settore luminoso sulla superficie laterale del tubo, oppure sulla cupola, permette la rappresentazione visiva dell’intensità di un segnale elettrico.
Tipiche di questa funzione erano per esempio le valvole 6E5, EM80, EM84, e altre ancora.
Per il radio ascoltatore dell’epoca, in effetti , l’interazione tra il circuito radio e l’utenze, aveva proprio un qualcosa di magico. In molti radioricevitori a valvole gli occhi magici erano impiegati per mostrare l’esattezza nonché l’accuratezza della sintonia. Nei magnetofoni a nastro erano invece usati come indicatori del livello di registrazione.
Tecnicamente l’interno della valvola era composto generalmente da un triodo più la parte di visualizzazione vera e propria :i fosfori. Il triodo aveva la funzione di amplificare la tensione di pilotaggio, mentre la visualizzazione era legata alla proiezione di un fascio di elettroni verso la parte della valvola visibile dall’esterno e ricoperta di fosfori azzurri o talora verdi. Variando la tensione di polarizzazione della griglia posta tra il catodo e lo schermo si modifica l’angolo d’incidenza degli elettroni e quindi appare un settore luminoso più o meno ampio.
Sicuramente con l’avvento dei semiconduttori e l’utilizzo dei display a LED e display LCD, la quantità e la qualità della visualizzazione delle informazioni, ha raggiunto livelli elevatissimi, ma tutto sommato, quella lucina verde, tremolante che cambia dimensione a seconda dell’intensità del segnale, conserva ancora un fascino irripetibile.
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