So che posso sembrare noioso con il mio mantra sulla libertà delle onde radio, ma proprio in occasione di questo flagello che ci ha colpiti ho potuto toccare con mano ciò che sostengo da sempre: la caratteristica primaria di una buona informazione è che questa sia il più possibile diversificata e dotata di mille angolazioni e sfaccettature.
Dato che DOBBIAMO STARE A CASA ed il tempo in questi giorni non ci manca, mi sono posizionato nella mia postazione ed ho iniziato ad ascoltare il mondo, questa volta per informarmi e non per fare valutazioni tecniche sui segnali ricevuti.
E’ stato illuminante percepire come nei vari stati , lo stesso problema venisse sentito in modo diverso e con diverse gradazioni di “attenzione”. I radio notiziari che sono riuscito a “tradurre” e comprendere (quelli in francese ed inglese) raccontavano del coronavirus da angolazioni diversissime. In alcuni casi, come per diverse emittenti africane, si percepiva una sorta di “stupore” nel diffondere le informazioni, quasi si trattasse di problemi riguardanti un altro pianeta. Le emittenti dell’area est europa invece , manifestavano un livello di attenzione assai diverso e di grande preoccupazione.
La notizia forse più toccante è stata la comunicazione di una radio iraniana che segnalava ai radioascoltatori come il loro governo fornisse internet gratis pur di non farli uscire nel periodo del capodanno persiano il “Nowruz”(21 marzo) festività molto sentita e tradizionalmente fonte di spostamenti e riunioni familiari.
Anche in questa situazione comunque , la radio ha esercitato la sua funzione primaria: collegare l’umanità , facendoci conoscere i modi in cui altri popoli affrontano gli stessi problemi che affliggono in questo drammatico momento anche noi.
Ascoltare le voci del mondo da’ una sensazione che unisce e fa dimenticare le frontiere e le differenze di pensiero, almeno adesso, almeno nel pericolo , ci sentiamo abitanti del mondo e tutti insieme un pochino più forti.
ml