Il nostro articolo su Alessandro Sala ed il progetto Kosha ha riscosso notevole successo e ho deciso di conoscere di persona quest’artista e visitare il suo studio/abitazione.
Come supponevo, l’ambiente rispecchia la persona in pieno, la moltitudine di colori delle sue opere arreda gli ambienti accoglienti. Ma cosa attira è il laboratorio, dove nascono le sue creazioni, che siano quadri oppure sculture, di cui abbiamo parlato, le Kosha.
Capiamo chi è Alessandro Sala.
La sua passione per il disegno nasce da bambino, passione che lo porta a creare un mondo parallelo, quasi a sopperire la mancanza di un dialogo con un fratello e sorella, essendo figlio unico. Disegna le partite di pallone e dipinge le grette delle bottiglie, inventandosi magliette e numeri di un campionato mondiale.
Alessandro parte subito come grafico, ma la grande limitazione di questo lavoro è essere assoggettato a vincoli. Cerca d’inserire la sua passione per la pittura, che coltiva come hobby, personalizzando con particolari le creazioni grafiche, utilizzando l’acquarello e la china. Alcuni clienti notano questo stile molto singolare e personale e questo sprona Sala a dedicarsi a tempo pieno alla pittura.
“La pittura è libertà.. Io dipingo quello che sento..”
La sua è una visione dell’arte ad ampio spettro, non si parla di commerciale ma d’interiorità, che viene espressa nell’80% delle sue opere.
Mi fa un’esempio.. Particolare. Ha dipinto 7/8 quadri per omaggiare un grande della musica genovese, Nicolò Paganini. Tra questi uno è stato venduto e gli hanno richiesto una copia, ma ha rifiutato.. Solo pezzi unici, altrimenti si parla di litografie, magari anche numerate, ma litografie.
Il suo entrare nel mondo degli artisti non è stato facilissimo, poichè la maggior parte dei veterani sono scettici e timorosi ad accogliere i colleghi nei loro studi, per paura di essere derubati dei loro trucchi del mestiere, le loro alchimie.
Alessandro ha la fortuna di incontrare il suo maestro spirituale Carlo Azzaretti, conosciuto negli ultimi anni della vita, che lo trasforma da pittore ad artista. Gli trasmette il suo sapere, senza correggere la sua arte, ma insegnadogli a potenziare il suo sentire.
“Devi imparare a registrare le cose, quello che ti passa per la testa, prendendo appunti su un taccuino”.. “Imparare a vedere in un’altra chiave la storia dell’arte, non come è insegnata a scuola, leggi una volta al giorno la storia degli artisti, lì troverai i giusti stimoli”. Linee guida!
Alessandro conserva la cassetta dei colori ed il cavalletto di questo maestro, che ha cambiato il suo modo di essere. Libertà, istinto, cuore, anima.. Parole chiave per definire la sua arte! Le camicie, l’involucro dell’anima fluttuano nei quadri, ma non solo e prendono forma solida con le Kosha, realizzate con il riciclo del Pet.
Nulla nasce per caso. Alessandro approda sul territorio savonese e si avvicina al mondo della ceramica. Prova a fare alcuni pezzi ma si rende conto che non è nelle sue corde. Assorbe, metabolizza e ed escono nuove idee.. Perchè non realizzare le sue camicie con la ceramica?
Così, lavorando con il tornio e a mano crea queste sculture, ma si rende conto che per produrle deve per forza appoggiarsi a qualcuno, cosa che non è nel suo DNA.
Si parla di inquinamento ambientale, di materiale non degradabile.. Alessandro fa due anni di prove per vedere come reagisce il materiale plastico, lavorandolo a caldo, provando i colori, smalti, acrilici, fino ad ottenere il risultato sperato.. Le Kosha.
Mi fa vedere alcune opere, in cui si perde lo sguardo, perchè ti stimolano l’immaginazione. Nulla è come sembra. Nei suoi quadri cerca di dare una realtà completamente diversa.. Oggetto non oggetto. Niente è codificato, solo emozione. Tutto è in movimento, i fiori, le nuvole, come dice, sempre protagonista Madre Terra! Una grande spiritualità traspare sia nelle sculture che nei quadri, con trasformazioni nel tempo.
Sala ha dipinto degli interni di case, in cui fluttuavano gli oggetti, sempre con finestre aperte, da cui in un attimo il passo è stato uscire ed immergersi nel cosmo. Un richiamo lo esercita la luna sempre presente, proprio per spingere l’osservatore ad alzare lo sguardo e scrutare questi cieli, in cui tutto è dinamico.
Mi racconta che ha passato ore a guardare le forme che assumono le nuove, per poi riportarle su tela. E noi siamo essere vaganti nel cosmo, con i nostri involucri che ci differenziano.. Il fine ultimo è sempre l’amore.
Progetti: Vorrebbe ulteriori riconoscimenti per questo suo nuovo progetto, magari vedendolo inserire in qualche evento tematico rivolto alla preservazione dell’ambiente.
Grazie Alessandro, soprattutto per il bel quadro fornito in anteprima ai lettori di Liguria Dinamic dal titolo “Non parlo.. Non vedo.. Non sento” formato 100x120cm
Vi lascio ad ammirare gli scatti rubati dal suo laboratorio..
A.L.