Nei primi anni della sua vita, la radio , a causa della timidezza imposta dalle sue dimensioni, se ne rimase in prevalenza chiusa nascosta nei salotti di casa .
Grazie alla spinta della miniaturizzazione imposta dalle necessità militari, furono progettate le prime radio a valvole “civili” da passeggio. Il problema però rimaneva sempre quello del peso e dell’autonomia delle batterie , spesso differenziate e di più tipi diversi all’interno di uno stesso apparecchio.
Il grande balzo in avanti avvenne negli anni 50’ con l’avvento del transistor, dapprima al germanio e poi via via fino ad arrivare ai transistor al silicio. Con questa tecnologia le radio divennero sempre più leggere incrementando l’autonomia e la potenza di ricezione.
Una delle categorie più diffuse, fu quella delle radio a “valigetta” , che ben presto invasero il mercato.
Ogni casa produttrice ambiva ad avere il proprio marchio nelle case dei radio ascoltatori amanti delle gite “fuori porta”. Queste radio divennero un simbolo delle tipiche scampagnate anni 50/60 (spodestate successivamente dal mangiadischi).
Tutti ne avevano una in casa e spesso le radio a valigetta facevano bella mostra di se , in programmi televisivi e film con grandi attori , per esempio la foto sotto ritrae Gregory Peck e Sofia Loren nel film “Arabesque”che ascoltano la radio in barca e quella successiva vi mostra l’apparecchio “incriminato” una radio “Bush” in onde medie.
Anche quel modo di usare un apparecchio radio era in fondo un modo di sentirsi liberi; liberi dalla rete elettrica, lontani dai muri di casa ,e liberi di trasportare con se la musica trasmessa dalle stazioni preferite.
ml