Chi non ha visto sul web, ai telegiornali, la sequenza dell’abbattimento di quanto rimasto del ponte Morandi è difficile pensare non abbia provato tristezza.. Da genovese, mi ha lasciato amarezza dentro, perché poteva essere salvato, come le persone che hanno perso la vita con il suo crollo.
Non voglio quindi ripercorrere le fasi di venerdì scorso, che conosciamo tutti, ma sottolineare quanto ha comunque rappresentato per Genova questa struttura, che legava il levante con il ponente.
Personalmente, fin da bambina, lo consideravo, come tante persone, il ponte di “Brooklyn”.. Nelle mie fantasie era un qualcosa di avvenieristico, che mi portava ai paesaggi americani. Mi affascinava la sua imponenza, guardandolo da lontano e transitandoci sopra.. Quando, percorrendo l’autostrada, giungevo alla galleria e vedevo gli stralli coi suoi piloni, sapevo di essere arrivata a casa.
Quante volte ci sono passata sopra, anche pochi giorni prima della tragedia..
Speriamo di trovare un degno sostituto, all’avanguardia e sicuro, sperando che quanto è accaduto non si verifichi mai più. Chi ha perso in quella fatidica estate i propri cari o la propria casa, auguro possano trovare maggior serenità..
Si, perché il moncone di ponte, che in tutti questi mesi è rimasto in vita, ricordava ogni giorno quanto era successo. Transitando nella strada nuova, che porta all’entrata dell’autostrada di Sestri Ponente, lo sguardo in automatico si focalizzava verso il Morandi, scuro e monco.
Addio Ponte Morandi, hai lasciato il posto al moderno, che aiuterà i Genovesi a riprendersi la normalità!
A.L.