..anni fa, proprio il 10 di aprile salpava per il suo viaggio inaugurale una nave, una grande nave…
Il Titanic salpò da Southampton il 10 aprile 1912, a bordo una “stazione Marconi” con due marconisti (il 25enne Jack John Phillips ed il 21enne Harold Bride, assunti dalla Compagnia Marconi) .Il “telegrafo senza fili” all’epoca veniva usato per comunicare la rotta, pericoli, condizioni del tempo, ecc. ma non era ancora ben chiara la sua importanza per la sicurezza in mare ; ciò risultò evidente solo in seguito…
Per rendere l’idea di come venisse concepito ed utilizzato l’Apparato Marconi, basti pensare che i due marconisti del Titanic erano dipendenti della azienda di Marconi , il loro compito principale era inviare “marconigrammi” ossia messaggi dei passeggeri più facoltosi che mandavano saluti a parenti ed amici sulla terraferma. Gli operatori tuttavia collaboravano anche con il capitano, fornendogli avvisi sulle condizioni del mare e sulla presenza di iceberg inviati da altre imbarcazioni .
La sera della collisione , il marconista del Titanic, Jack Phillips, stava inviando numerosi “marconigrammi” raccolti durante il giorno. Erano circa le 23.30 ed il destino del Titanic fu deciso non solo dall’enorme massa di ghiaccio, ma anche dai fatti che si svolsero nella sala del Marconi wireless…
Il “telegrafo senza fili” non era ancora perfetto , scarsamente selettivo e di difficile ascolto ; intorno alle 23, i segnali del Titanic cominciarono ad interferire con quelli di una nave vicina, il “Californian”, il cui marconista Evans stava cercando di comunicare che erano fermi e circondati dagli iceberg. Purtroppo Phillips “stressato” dalla quantità enorme di messaggi da inviare, rispose bruscamente ad Evans: “Stai zitto e lasciami lavorare!”. Evans, indispettito, a quel punto spense il suo Marconi wireless e se ne andò a dormire…
Alle 23.40 il Titanic si scontrò con un iceberg. Poco dopo la mezzanotte, quando il capitano Smith si rese conto che nel giro di un paio d’ore la nave sarebbe colata a picco, chiese ai due marconisti di inviare una richiesta di soccorso a tutte le navi possibili nei dintorni. Il “Californian” era a solo un’ora di distanza, ma il suo Marconi wireless era spento…
Fortunatamente il marconista del “Carpathia”, Cottam che stava per andare a dormire, ricevette l’SOS (*) del Titanic e Immediatamente avvertì il suo capitano che ordinò di fare rotta a tutta velocità verso il luogo in cui il Titanic stava affondando.
Il Titanic affondò nella notte tra il 14 ed il 15 aprile 1912 nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico; aveva a bordo meno della metà delle scialuppe necessarie per salvare tutti i suoi passeggeri
Per assurdo i primi minuti dopo la collisione con l’iceberg, molti passeggeri si rifiutarono di abbandonare l’”inaffondabile” Titanic per salire su piccole e fragili barche nel bel mezzo dell’Oceano. Verso le 4 di mattina, la salvezza arrivò. Ed arrivò grazie ad un uomo che si chiamava Guglielmo Marconi.
Il “Carpathia” giunse sul luogo dell’affondamento del Titanic alle prime luci dell’alba, intorno alle 4 di mattina del 15 aprile 1912, dopo un viaggio disperato alla massima velocità con il terrore di scontrarsi con uno dei numerosi iceberg che galleggiavano nella zona . Raggiunto il punto del disastro , fece salire a bordo tutti i 710 sopravvissuti (il numero esatto non è tuttavia chiaro) che andavano alla deriva senza sapere cosa fare, infreddoliti e sotto shock .
Tre giorni dopo, la mattina del 18 aprile, il “Carpathia” attraccò al molo 54 di Manhattan. Tra le persone che accolsero i superstiti, c’era anche Guglielmo Marconi che si trovava in quei giorni a New York.
La tragedia del Titanic con la sua enorme eco, rese chiara l’importanza del telegrafo senza fili: fu grazie all’invenzione di Marconi che 710 passeggeri poterono essere salvati e anche tutti gli altri 2224 passeggeri avrebbero potuto esserlo se fosse stato possibile comunicare correttamente con il “Californian”.
I superstiti del Titanic sfilarono per le strade di New York per consegnare a Marconi una targa d’oro come simbolo della loro riconoscenza. Il bolognese dichiarò: “Vale la pena di aver vissuto per aver dato a questa gente la possibilità di essere salvata”.
Da quel momento in poi le navi furono obbligate a tenere acceso un apparato “wireless” 24 ore su 24. Lo stesso segnale SOS(*) (una semplice sequenza di segnali Morse: tre punti, tre linee, tre punti) che era un segnale di soccorso poco conosciuto, cominciò a diffondersi dopo il naufragio del Titanic, grazie al quale fu “reso famoso”. (cliccando sul triangolo potrete ascoltarne il suono)
M.L.
(*) S.O.S = “Save Our Ship” (salvate la nostra nave) o “Save Our Souls”(salvate le nostre anime) ; in Italia “Salvateci O Soccombiamo” o “Soccorso Occorre Subito”