Parabola
Per quello che scrivo mi trema la mano, vi parlo di sacro, vi spiego il profano.
Si tratta di un bimbo che nasce “normale”, ma pur se piccino comincia a parlare e parla di verbo, ahimè, sconosciuto.
Ci parla di un padre, alquanto temuto! La voce si sparge, diventa inquietante, han tutti paura del bimbo “parlante”.
Lui spiega l’amore in forma più pura e i grandi potenti di lui han paura, paura che possa quel mesto parlare, unire la folla e il trono minare! Passano gli anni e quel ragazzino, diventa un adulto e parla più fino.
Trascina la folla, compatta e credente, che fino ad allora era gente perdente.
La voce diceva che non era più solo, già dodici “amici” parlavano in coro.
In nome del padre, continua a parlare e l’acqua nel vino lui riesce a mutare.
E se non bastasse a chi non vede, ridona la luce e torna la fede.
I troni cominciano a vacillare.
“Quell’uomo” si dice “bisogna fermare”.
Ci sono riusciti a zittire la voce.
E ora han davanti soltanto una croce.
Quell’uomo ora tace, non dice di più!
Quell’uomo era un tale, chiamato.. Gesù.
Giuliana